COS’È L’ANDROPAUSA?
Il termine andropausa viene utilizzato per definire il corrispettivo maschile di menopausa. Il termine ha soprattutto una maggiore valenza culturale, piuttosto che medica. In ambito clinico si prediligono i termini PADAM (Partial Aging Deficiency of Aging male) e ADAM (Androgen Decline in the Aging Male), in quanto ritenuti più adatti a spiegare i cambiamenti ormonali presenti nell’uomo. La menopausa, nella donna, ha delle caratteristiche precise e si riferisce a un periodo specifico nel ciclo di vita femminile. Nel uomo, l’età di insorgenza e la durata di questo periodo è molto più variabile, cosi come lo sono anche le caratteristiche che lo identificano.
Quando si parla di andropausa si fa riferimento alla fase del ciclo di vita dell’uomo caratterizzata da un progressivo arresto o diminuzione della produzione di androgeni. Al contrario della menopausa femminile, non avviene in maniera netta e veloce, ma in modo graduale e progressivo, che può essere ulteriormente rallentato grazie ad uno stile di vita sano. In una bassa percentuale di casi la diminuzione della produzione ormonale inizia tra i 40 e 50 anni, ed è più frequente intorno ai 60 / 70 anni. Se, a causa di una malattia, un incidente o un intervento chirurgico, si verifica una riduzione significativa dei livelli di testosterone molto prima dei 50 anni, si parla così di andropausa precoce, che si può avere anche in caso di criptorchidismo, varicocele, prostatite ed ipertrofia prostatica.
L’andropausa non presenta repentine alterazioni ormonali: gli ormoni prodotti dall’ipofisi diminuiscono gradatamente, comportando una conseguente riduzione della quantità di testosterone libero (il principale ormone sessuale prodotto dai testicoli), da cui dipendono lo sviluppo e il mantenimento dei caratteri sessuali e la produzione degli spermatozoi. Può dare luogo a differenti manifestazioni sintomatiche, in quanto il testosterone influisce su molti aspetti della salute dell’uomo: metabolismo, funzioni cardiovascolari, capacità di locomozione, dinamiche comportamentali e psichiche.
In questo periodo della vita si manifestano dei cambiamenti significativi nel corpo maschile: una riduzione del volume e della consistenza dei testicoli, la perdita di elasticità dei tessuti del pene, un aumento di volume della prostata (la ghiandola che produce il liquido lubrificante e seminale) e un
a minore densità dei peli nella zona genitale. Permane comunque la capacità di procreare, perché molti spermatozoi prodotti rimangono funzionali ed in grado di fecondare.
I cambiamenti manifestati e sintomi evidenziati variano molto da una persona all’altra, perché l’andropausa dipende anche dal possibile malfunzionamento dei recettori ormonali agli androgeni, comportando, a parità di deficit ormonale, andropause più o meno severe e una differente alterazione della sessualità. Risulta così possibile riscontrare dei deficit dell’erezione (il tempo di eccitamento si prolunga, l’erezione compare più lentamente, dura più tempo e si presenta meno voluminosa, a causa del minore afflusso di sangue nei tessuti spugnosi del pene), diminuzione delle erezioni involontarie al risveglio, eiaculazione di volume a volte ridotto e con orgasmo attenuato, calo del desiderio sessuale e cali di umore.
I sintomi principali extra-sessuali dell’andropausa sono: perdita di tono muscolare, diminuzione dei capelli, aumento del grasso nell’addome, diminuzione dell’entusiasmo, maggior affaticamento (sia fisico che intellettuale) e perturbazioni del sonno e della memoria (in particolare dei fatti recenti), che possono sfociare in un atteggiamento simile alla depressione.
Quali sono le cause dell’andropausa?
Il calo del testosterone è un processo del tutto naturale e fisiologico. Esistono, però, fattori e comportamenti che possono influire e provocare una comparsa precoce dei sintomi dell’andropausa, tra cui: obesità, sedentarietà, abuso di alcool, assunzione prolungata di alcuni farmaci (come antipertensivi, ansiolitici, antidepressivi), stress, alimentazione scorretta, problemi epatici, malattie croniche.
In particolare, si correla inversamente con l’indice di massa corporea. In altre parole, tanto più grave è la propria condizione di sovrappeso, tanto maggiori saranno le probabilità che l’andropausa si presenti in età relativamente precoce.
Cosa fare per l’andropausa?
Secondo alcuni studi, il concetto di andropausa è meglio individuato in una condizione rappresentata da un “precoce e marcato processo d’invecchiamento e deterioramento di numerose e differenti funzioni del nostro organismo con relativo corteo sintomatologico”. L’andropausa, quindi, non è una malattia e pertanto “non può essere curata”. Vi sono degli accorgimenti però che possono aiutarci a vivere questa condizione fisiologica in maniera più serena.
Per esempio, ci sono dei rimedi naturali molto utili per contrastare i fastidi legati all’andropausa. Particolarmente indicata è la fitoterapia, che prescrive trattamenti a base di semi di zucca, di ortica e di serenoa repens, che avrebbero la capacità di inibire l’enzima a cui va attribuita la funzione della disgregazione del testosterone. Per la stessa ragione, può risultare utile la Naturopatia (ad es: effettuare un Vega-Test) che può dare indicazioni riguardo lo stato energetico degli organi e la presenza di eventuali carenze a livello enzimatico, vitaminico o nutrizionale. Senza dubbio, uno stile di vita salubre, caratterizzato da attività fisica moderata e da una dieta equilibrata, può aiutare l’uomo ad affrontare meglio questa condizione ormonale. L’alimentazione, infatti, svolge un ruolo importante nel controllo dei sintomi dell’andropausa, soprattutto in veste di energizzante e rivitalizzante. Bisogna soprattutto inserire nel regime alimentare i cibi ricchi di calcio e di ferro, per sopperire al calo delle forze e alla progressiva fragilità ossea.
L’andropausa, inoltre, è legata alla stabilità dell’equilibrio psicologico raggiunto nelle precedenti fasi della vita, e alle capacità di adattamento individuali, ma anche alle esperienze che si vivono durante la stessa età senile. Il processo di adattamento al nuovo status che comporta la ‘perdita’ di ruolo e l’insicurezza circa la propria identità, può essere vissuto e indirizzato meglio solo se viene riconosciuto e accettato.
L’Istituto di Psicosomatica Integrata garantisce un aiuto alla persona attraverso un intervento di rete costituito da psicologi e altri professionisti dell’aiuto, proponendo un progetto terapeutico che può partire dal corpo o utilizzare modalità psicoterapeutiche e psicologiche, considerando tutte le variabili corporee, personali, familiari e relazionali in gioco. Una Valutazione Naturopatica, inoltre, potrà essere utile per determinare un’alimentazione il più possibile corretta.
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