Grazia inchiesta

(Gennaio 2021)

Oggi si parla di adolescenti intrecciati alla rete attraverso le connessioni del proprio cervello, i cosiddetti “Adolescenti Digitalmente Modificati”. In questa commistione il rischio è di perdersi nel mondo online e di non saper gestire le proprie emozioni, iper-sollecitate in forma reattiva dagli stimoli rapidi del web. Per tale ragione, si sta ponendo un’attenzione sempre maggiore all’individuazione di nuove strategie di prevenzione, che possano dare un taglio più funzionale e sano al processo di digitalizzazione irreversibile. Il minimo comune denominatore di queste strategie non si focalizza sul principio quantitativo del numero di ore spese in rete, ma consiste nel promuovere la qualità del tempo trascorso in rete. I ragazzi vanno stimolati a stare sulla rete in modo attivo, non solo utilizzando i Social Network, ma anche attraverso lo svolgimento di corsi online volti allo sviluppo di passioni utili anche nella vita offline. È sempre più necessaria un’educazione all’utilizzo del digitale, che nell’attuale periodo storico ha raggiunto livelli di fruizione mai visti, al fine di evitare che le “distanze digitali diventino distanze sociali”.

 

L’articolo è di Monica Bogliardi e contiene un incisivo contributo di Riccardo Marco Scognamiglio.