La Repubblica online

(Novembre 2020)

La vita degli adolescenti durante la pandemia sembra essere scandita a ritmo di bit e di questo ce ne parla Giuseppe Lavenia, presidente dell’Associazione Nazionale Di.Te., nell’intervista a la Repubblica. I ragazzi si destreggiano quotidianamente tra le ore davanti allo schermo per la DAD (Didattica A Distanza) e l’utilizzo di altri device per lo svolgimento di compiti, attività ricreative e scambi sociali e sessuali. Tutto si gioca nel digitale e questo processo è stato favorito dal lockdown, che ha implicato una minore possibilità di incontro, e l’incremento di fenomeni disfunzionali come il cyberbullismo. Aumentano sempre più le skill digitali dei ragazzi a scapito di quelle relazionali, tanto che i giovani ipotizzano la possibilità di un’app per dialogare con i genitori. Tale tecnologia, se utilizzata nel modo corretto, secondo gli esperti, potrebbe risultare in un efficace strumento ausiliario nell’incontro con l’adulto fornendo un terreno di linguaggio comune almeno nelle fasi iniziali.

A fronte di queste consapevolezze, l’educazione al digitale emerge come un tema complesso ma assai attuale, su cui molti esperti sono intervenuti all’interno della Giornata Nazionale delle Dipendenze Tecnologiche e del Cyberbullismo che si è tenuta online il 28 novembre 2020, e ha visto tra i relatori anche Giuseppe Lavenia stesso e Riccardo Marco Scognamiglio, responsabile della sede regionale lombarda dell’Associazione Nazionale Di.Te.

L’articolo  è disponibile per gli abbonati, a cura di Valeria Pini.

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