l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha incluso il Gaming disorder nelle bozze dell’undicesima versione della International Classification of Diseases (ICD-11), che vedrà la luce nel 2022. I videogiochi attivano i circuiti cerebrali del cosiddetto reward, la ricompensa, e questo in alcuni soggetti fragili può promuovere l’insorgenza di una vera e propria dipendenza. A Pechino per contrastare la potenziale crescita del fenomeno dell’addiction ha fatto notizia la definizione di regole severe che impongono ai minori di 18 anni il divieto del gioco notturno e per più di 90 minuti in settimana, oltre al massimo di tre ore nei weekend.
Resta l’enigma, nell’infinto range tra la dipendenza e lo svago, di cosa sia il videogame per il giovane d’oggi; il Responsabile dell’Area Adolescenti dell’Istituto di Psicosomatica Integrata Simone Matteo Russo e il dottore in psicologia clinica Giulio Prolo approfondiranno questa tematica il 26 maggio 2020 alle 20.45 all’interno della conferenza gratuita sulla piattaforma Zoom aperta ai soci dell’Associazione Italiana di Psicologia Psicosomatica “Non è solo un videogame, a cosa giocano i nostri figli?”. Il focus dell’incontro sarà dipanare i molteplici significati, dall’intrattenimento al regolatore di affetti intollerabili, dell’esperienza videoludica. L’excursus sul gaming permetterà ai presenti di comprendere meglio i nuovi adolescenti e i loro comportamenti, soprattutto oggi che nell’ambito del lockdown paiono adottare più che mai il videogame come occasione fondamentale per allentare la noia e vissuti difficili.
Scrivi un commento