curare alopeciaL’alopecia (comunemente conosciuta come calvizie) è una perdita dei capelli temporanea o definitiva, che può colpire sia uomini che donne. Se ne possono distinguere diverse forme a seconda delle cause e della modalità con cui si manifesta.

L’alopecia può presentarsi in qualsiasi zona del corpo in cui ci siano dei peli, ma sul cuoio capelluto è più evidente e crea un disagio psicologico maggiore. Come forma di caduta dei capelli costituisce un’alta percentuale delle visite tricologiche sia maschili che femminili. Negli ultimi anni l’alopecia femminile in particolare è aumentata in modo allarmante non solo fra le donne in età avanzata, ma anche fra le ragazze giovani al di sotto dei 30 anni.

Tra le cause dell’alopecia possiamo individuare quelle genetiche, ormonali, alimentari, chimico-farmacologiche, psico-sociali.

Alopecia in PsicosomaticaLe cause genetiche sono responsabili in particolare dell’alopecia androgenetica (o calvizie comune) che si manifesta con un diradamento progressivo dei capelli con tendenza a diventare calvi.

L’alopecia legata a cause ormonali può essere provocata da livelli anomali di testosterone, disfunzioni della tiroide, dell’ipofisi o delle ghiandole surrenali.

Per quanto riguarda le cause alimentari, l’alopecia può essere causata dalla carenza di proteine, vitamine o minerali, da anemie o problematiche come l’anoressia. Diete troppo restrittive potrebbero inoltre essere il motivo di carenze nutrizionali che minano la salute dei capelli.

Tra le cause chimico-farmacologiche, si possono individuare: la chemioterapia, impiegata per la cura del cancro, la quale provoca generalmente caduta dei capelli; un uso prolungato di farmaci come la particella beta (indicato per rimediare all’insufficienza cardiaca) o gli antidepressivi.

Infine, tra le cause psicosociali troviamo l’alopecia da stress e l’alopecia causata da shock traumatici o fenomeni depressivi. Ritmi di lavoro e di vita innaturali, e una società piena di solitudine esistenziale, aumentano il tasso di sofferenza nei singoli e nella collettività. Molte persone entrano in crisi e i loro problemi psicologici potrebbero manifestarsi anche sotto forma di alopecia e caduta dei capelli.

Le diverse forme di alopecia possono essere suddivise in due categorie:

  1. Alopecia cicatriziale: forma permanente di alopecia a causa di una distruzione dei follicoli piliferi che impedisce la ricrescita dei capelli.
  2. Alopecia temporanea: atrofia (diminuzione) dei follicoli piliferi che se adeguatamente stimolati consentono la ricrescita dei capelli.

Tra le alopecie cicatriziali ci sono:

a)    Defluvium anagen: questa forma di alopecia porta alla caduta dei capelli quando questi non hanno ancora terminato il loro ciclo di ricrescita. Non avendo il tempo di svilupparsi, i capelli risultano sottili, corti e spenti; cominciano a cadere dopo circa un mese dall’evento scatenante.

b)    Alopecia seborroica: in questo caso il sebo in eccesso si accumula in prossimità dei dotti piliferi riducendone l’ossigenazione, a discapito dei capelli. Le zone più colpite sono le tempie, la fronte, il vertice del capo.

c)    Alopecia pytirianica: questa tipologia di alopecia è dovuta alla forfora. Le squame di forfora non correttamente asportate tendono a occludere i canali di uscita che attraverso i follicoli distribuiscono il sebo sul cuoio capelluto. Questo fenomeno causa un problema di ossigenazione dei follicoli e, a lungo andare, di atrofia del bulbo pilifero.

d)    Alopecia da tricotillomania: è un tipo di alopecia che si verifica in persone (spesso giovani studenti) che hanno l’abitudine di “giocare” con i capelli, sottoponendoli a continua trazione, oppure la mania di grattarsi la testa in continuazione. In questi casi in alcune aree del cuoio capelluto potrebbero comparire chiazze con capelli diradati. La tricotillomania alla lunga può condurre il soggetto all’alopecia cicatriziale con caduta capelli senza ricrescita.

e)    Alopecia secondaria a lupus eritematoso: questo tipo di alopecia si manifesta quando le cellule della cute e dei follicoli vengono disgregate da questa malattia; le cicatrizzazioni follicolari che ne seguono compromettono la ricrescita dei capelli.

f)     Alopecia attinica (da radiazioni): esporre i capelli a lunghe esposizioni ai raggi ultravioletti, o peggio ai raggi X, può causare un’alopecia cicatriziale irreversibile; è pertanto di vitale importanza evitare tutti quei trattamenti che prevedono l’uso di radiazioni localizzate al cuoio capelluto.

g)    Alopecia senile: è una forma di calvizie che con l’invecchiamento dell’organismo porta all’atrofia del follicolo ed estinzione dei capelli; in alcuni anziani, comunque, i cicli di ricrescita dei capelli sono così lunghi da consentire alla capigliatura di stare al riparo dall’alopecia fino a tarda età.

L’alopecia temporanea include a sua volta:

a)    Alopecia da stress: può essere considerata come un reazione psicosomatica alle tensioni nervose provocate da stress e traumi psicologici.

b)    Effluvium telogen: si tratta di una forma di alopecia reversibile che in media dura circa due mesi. L’abbondante caduta di capelli tipica di questa forma di alopecia è causata da avvenimenti fisicamente o emotivamente significativi accaduti 3 o 4 mesi prima, come: parto, ingestione di farmaci in dosi elevate, interventi chirurgici, anestesia, stati febbrili acuti, stati depressivi, sospensione di contraccettivi, ecc. L’effluvium telogen è un fenomeno piuttosto comune soprattutto tra le donne.

c)    Alopecia areata: l’alopecia areata è assai comune e si manifesta con aree del cuoio capelluto completamente prive di capelli e circondate da zone densamente popolate da peli; la cute dove si perdono i capelli è liscia e morbida.

d)    Alopecia da disordini circolatori: quando la cute si indurisce, gli ammassi di scorie e di lipidi da eliminare comprimono i capillari e riducono, fino a chiuderlo, l’afflusso del sangue ai bulbi piliferi. La carenza di nutrimento e ossigenazione genera capelli deboli, spenti e scoloriti, capelli a rischio alopecia.

e)    Alopecia da disordini nervosi: in questo caso la vasocostrizione è causata da un disturbo del sistema nervoso simpatico che prende il comando sul sistema nervoso vago compromettendo il corretto nutrimento dei capelli e innescando l’alopecia.

f)     Alopecia da scompensi vitaminici: in alcuni casi la mancanza o l’eccesso di alcune vitamine mina la salute dei capelli e causa alopecia.

g)    Alopecia da disfunzioni endocrine: le ghiandole a secrezione interna (tiroide, ipofisi, surrenali, sessuali) a causa di disfunzioni ormonali possono procurare alopecia; una volta corretta la disfunzione i capelli tornano a crescere.

h)    Alopecia decalvante: questo tipo di alopecia è detta anche alopecia totale e colpisce, oltre i capelli, anche le sopracciglia, le ciglia, la barba, e gli altri peli del corpo.

i)      Pseudo alopecia di Brocq: la causa della pseudo alopecia di Brocq è a tutt’oggi sconosciuta. Questa alopecia è però riconoscibile con facilità perché sul cuoio capelluto si presentano tante piccole porzioni prive di capelli una vicino all’altra.

j)      Alopecia da stati infettivi: è prodotta da malattie infettive come tifo, sifilide, scarlattina, setticemia, polmonite, ecc. Dopo che l’organismo si è ristabilito completamente si assiste a una graduale ricrescita dei capelli.

k)    Alopecia da malattie gravi: questo tipo di alopecia si manifesta durante il decorso di malattie gravi come leucemia, anemia, diabete; normalmente la caduta dei capelli è reversibile.

l)      Alopecia da ipervitaminosi “A”: un’eccessiva somministrazione di vitamina A può provocare l’alopecia, rimuovendo la causa i capelli torneranno a crescere.

m)   Alopecia da intossicazione: questo tipo di alopecia è tipica delle persone che sono vittima di intossicazioni alimentari o da farmaci. Colpisce inoltre le persone che inalano composti chimici tossici senza adeguata protezione. Rimuovendo tempestivamente le cause che innescano la caduta di capelli l’alopecia regredisce.

alopecia da stressCercando di fornire un’illustrazione psico-dinamica dell’alopecia, Bénazéraf (1994) afferma che i capelli sono il simbolo della femminilità e della seduzione nella donna e della virilità nell’uomo; la perdita dei capelli può dunque essere vissuta male. Invecchiando, una donna potrebbe sentirsi meno donna e un uomo meno uomo: perdere i capelli equivale attentare a una parte scoperta del corpo. Trattandosi di un disturbo visibile, potrebbe innescarsi una rimessa in discussione dell’uomo e della donna nel loro narcisismo e nella loro immagine ideale di esseri con un’identità sessuale.

Secondo Carloni (2011) il significato simbolico di questo fenomeno riguarda direttamente il tema dell’affettività, dei legami e dell’energia che fluisce. A prescindere, infatti, dall’ampiezza e della localizzazione dell’alopecia, essa spesso segue – dopo alcune settimane o mesi – a un’esperienza affettiva traumatica per la persona: separazioni, trasferimento in nuovi ambienti, perdita di riferimenti importanti, ecc. Potrebbe rappresentare, quindi, il modo in cui la persona sta elaborando la rottura di un legame e comunicando il suo profondo malessere; quanto avvenuto costituirebbe una “rottura” nel suo continuum esistenziale, una perdita che ha lasciato un vuoto, una mancanza di vitalità.

Secondo il Modello di Psicosomatica Integrata è importante, da un lato, capire ed elaborare i vissuti emotivi connessi alla perdita dei capelli e come questi si ripercuotano sul contesto di vita del soggetto; l’alopecia, infatti, potrebbe comportare un senso di imbarazzo, vergogna e perdita di autostima. Dall’altro, è utile portare avanti, parallelamente, un lavoro sul corpo (con il test muscolare di precisione, ad esempio) che possa aiutare a gestire questi vissuti. E’ consigliabile inoltre verificare, attraverso la Naturopatia, lo stato energetico della persona e l’eventuale presenza di stress psicofisico e ambientale che potrebbe produrre delle conseguenze sull’organismo, come, appunto, la perdita dei capelli. Eventualmente, si potrà anche mettere a punto una dieta individualizzata costituita principalmente da vitamine, calcio, ferro per ricostruire un’omeostasi fisiologica.

 

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